Uno studio, condotto da Josh LaBaer e Ji Qiu dell’ASU Biodesign Institute in collaborazione con il Dipartimento di Gastroenterologia e Shabana Pasha e Jonathan Leighton della Mayo Clinic in Arizona, ha consentito di individuare un potenziale biomarker per la diagnosi precoce di Morbo di Crohn.
I ricercatori, grazie alle nuove procedure di immunoproteomica, sono riusciti ad individuare la presenza di autoanticorpi prodotti da un’esasperata risposta immune nei confronti di specifiche proteine: le flagelline.
Si tratta di proteine, già conosciute da tempo, che rappresentano il principale costituente dei flagelli batterici ovvero strutture filamentose poste alla superficie dei batteri che consentono a questi ultimi di compiere i loro movimenti (chemiotassi).
In particolare, i ricercatori hanno dimostrato la presenza in circolo, soltanto nei pazienti affetti da Morbo di Crohn, di autoanticorpi diretti contro SNRPB (Small nuclear ribonucleoprotein-associated proteins B and B’).
Lo studio ha dimostrato una specificità diagnostica nei confronti di questo biomarker del 95% candidando il suo dosaggio come nuovo potenziale marcatore biologico di Morbo di Crohn.
I ricercatori affermano che questi anticorpi riflettono la deregolazione della risposta immunitaria che si innesca nell’intestino dovuta al dismicrobismo caratteristico di questa malattia infiammatoria cronica intestinale.
La scoperta risulta sicuramente interessante innanzitutto perché consente di confermare la diretta correlazione tra lo stato di alterazione del microbioma intestinale e l’imponente risposta immunitaria che ne consegue e poi perché si aprono nuove potenziali possibilità di diagnosi biomolecolare per il morbo di Crohn.
Haoyu Wang et al, Identification of antibody against SNRPB, small nuclear ribonucleoprotein-associated proteins B and B’, as an autoantibody marker in Crohn’s disease using an immunoproteomics approach. Journal of Crohn’ s and Colitis 2017.